sabato 25 aprile 2009

Create cellule che producono mielina

Per la prima volta al mondo un gruppo di ricercatori è riuscito a creare in laboratorio, partendo da cellule staminali embrionali, cellule che sono in grado di produrre mielina. Si tratta della principale proteina che costituisce la guaina che ricopre le cellule nervose. Ad annunciarlo sulla rivista "Development" un gruppo di ricercatori della Wisconsin University guidati da Su-Chun Zhang.

La perdita o la rottura della guaina mielinica è una delle principali caratteristiche di una serie di malattie tra cui anche la sclerosi multipla. Fino a oggi i test condotti in questa direzione avevano dato esiti negativi. Al contrario infatti di quanto è stato dimostrato con cellule di topo, nell'uomo non è mai stato possibile arrivare a questi risultati.

Malaria: speranze da farmaco a doppia azione

Un farmaco antimalarico a doppia azione, che impedisce al parassita che porta la malattia di eliminare una sostanza tossica, privandolo delle difese genetiche che bloccano l'azione del chinino e del clorochinino, viene sperimentato da una equipe di ricercatori americani della Portland State University. Lo riferisce "Nature".

L'equipe guidata dalla dottoressa Jane Kelly precisa però che saranno necessari almeno dieci anni perchè il farmaco, un derivato di acridone, sia a disposizione di tutti.

Sono 250 milioni nel mondo, ogni anno, i casi di malaria e 880 mila i decessi. Il farmaco bersaglia il modo in cui le zanzare elaborano l'emoglobina dei globuli rossi, da cui ricavano gli amminoacidi di cui si nutrono. Il ferro ematico, prodotto secondario di questo processo, è tossico per il parassita della malaria trasportato dalle zanzare, il plasmodio, e deve essere convertito in un pigmento denominato emozoina.

Il farmaco impedisce questa conversione: l'effetto è lo stesso del chinino e del clorochinino impiegati per combattere la malaria.

Staminali: ricostruzione del seno da tessuti adiposi

E' possibile ingrandire il seno utilizzando cellule staminali ricavate dai tessuti adiposi in eccesso rimossi dalla pancia o dalle gambe, tramite liposuzione.

Questa è l'innovativa tecnica sperimentata con successo in Gran Bretagna su alcune donne che hanno subito una mastectomia a causa di un tumore. A darne notizia è stato un articolo pubblicato sul Sunday Times.

Kefah Mokbel, chirurgo del Princess Gate Hospital di Londra, dal prossimo maggio applicherà il nuovo metodo a altre 10 pazienti.

Quando lo avrà ulteriormente perfezionato, nel giro di qualche mese spera di poterlo utilizzare anche su donne che richiedono l'intervento solo per motivi estetici. Il costo si aggirerà sulle 6.500 sterline (quasi 7 mila euro).

Il tessuto che si ricava da questo tipo di staminali secondo lo specialista è l'ideale per questo genere di intervento.

"Ha la stessa consistenza di quello del seno - ha detto - e permette di evitare l'inserimento di corpi estranei che per la donna rappresentano sempre un rischio".

Il metodo al momento garantisce un aumento di volume modesto, secondo il chirurgo, ma le ricerche in corso per migliorare questa tecnica potrebbero portare anche ad altre possibilità. Mokbel ha precisato che, una volta inserite le staminali, il processo di crescita del seno durerà alcuni mesi.

Addio ai termometri al mercurio

Sono tra gli oggetti familiari in ogni casa, presenza fissa sul comodino durante l'influenza per grandi e piccini, strumento affidabile ma anche "manipolabile" da chi voleva simulare una febbre per evitare la scuola.

Ma hanno le ore contate. Scatta venerdì 3 aprile, infatti, il divieto di commercializzazione dei termometri al mercurio, che non potranno più essere prodotti nè venduti in Italia.

Entra in vigore il decreto ministeriale del 30 luglio 2008, in attuazione di una direttiva CE emanata per evitare che i termometri finiscano tra i rifiuti e così pure il mercurio, ritenuto dannoso per l'ambiente e, a lungo termine, per la salute umana. Il decreto inserisce tra i prodotti vietati contenenti mercurio i termometri per la misurazione della temperatura corporea, ma anche manometri, barometri, sfigmomanometri. Per queste ultime categorie, tra cui lo strumento più frequente è il misuratore della pressione al mercurio, scatta però una sorta di moratoria: saranno vendibili fino al 3 ottobre, dopodichè la Commissione esaminerà la disponibilità di alternative affidabili e più sicure (nonchè economicamente accessibili).

Per i termometri, tuttavia, è pronto il requiem, anche se quelli conservati in milioni di case italiani sono ovviamente ancora utilizzabili.

Ma dal 4 aprile cosa troverà un cittadino in farmacia? "Le alternative sono molte e valide - rassicura Annarosa Racca, presidente di Federfarma - dai dispositivi digitali a quelli a raggi infrarossi. Non si rompono, durano di più e sono affidabili. E ormai quasi tutti costano quanto i termometri al mercurio, cioè attorno ai 5 euro. Certo ci sarà nostalgia per i vecchi termometri, ma presto i cittadini capiranno i vantaggi delle nuove tecnologie, anche per la sicurezza dei propri bambini".

Non è raro sentire testimonianze su presunte "discrepanze" tra la temperatura segnata dai termometri al mercurio e quella dei loro successori più moderni, ma anche i medici di famiglia lanciano un messaggio tranquillizzante: "Non c'è dubbio - spiega Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg - il termometro al mercurio è sostituibile, se ci sono scarti sono minimi e non compromettono la possibilitàdi rendersi conto delle condizioni di un paziente". Le alternative più affidabili? "Senza dubbio i termometri digitali sotto l'ascella, che tra l'altro danno il segnale di stabilizzazione della temperatura, e impiegano pochi secondi. Poi ci sono quelli auricolari, che però hanno qualche margine di errore, e quelli a raggi infrarossi venuti fuori durante l'aviaria, che sono i piu' costosi. Ma tutti devono sapere - conclude il medico - che i termometri digitali sono più sicuri di quelli al mercurio, che spesso si rompevano causando rischi per i bambini, non solo per il mercurio ma per le schegge di vetro".

Cardiopatie congenite e sport

Introduzione


La valutazione diagnostica in medicina dello sport è finalizzata alla determinazione dell'efficienza dell'apparato cardiovascolare ed alla ricerca di eventuali patologie sistemiche. Prevede, quindi, una serie di indagini che vanno dalla storia anamnestica dell'atleta fino a ricerche strumentali sofisticate, qualora quelle più semplici diano indicazioni in tal senso.

L'anamnesi è il primo passo: dalla semplice valutazione della storia familiare ed individuale molte volte ci si indirizza verso indagini precise. L'esame obiettivo generale e cardiovascolare è volto a stabilire la totale integrità del soggetto in esame. Gli esami strumentali prevedono, di routine, ECG di base, ECG dopo sforzo (scalino con calcolo dell'IRI e/o ergometria); qualora dall'esame obiettivo cardiaco o da quello strumentale di base, risultasse un sospetto o una patologia in atto si farà ricorso ad altre indagini che, a seconda dei casi, comprenderanno lo studio ecocardiografico (Ecocardiografia), il monitoraggio secondo Holter o i più complessi studi sui potenziali tardivi ventricolari (PTV) con l'elettrocardiografia ad alta risoluzione, il Tilting Test e lo studio elettrofisiologico transesofageo o intracavitario. L'Italia possiede una delle legislazioni più avanzate per la tutela sanitaria delle attività sportive che obbliga l'atleta a sottoporsi ad un esame medico di idoneità quando questi voglia svolgere un'attività agonistica.

La visita di idoneità, effettuata su individui presunti sani sani, svela molte volte patologie inaspettate e, allo stato attuale, rimane ancora l'unico metodo preventivo per la salute di giovani individui, che spesso effettuano la prima vera visita medica proprio in questa occasione.

Classificazione delle cardiopatie congenite


Una classificazione molto generica divide le più comuni forme patologiche in semplici e complesse. Le prime sono ulteriormente suddivisibili in:
  1. forme con iperafflusso polmonare per shunt dalla parte sinistra cardiaca a quella destra (Difetti interatriali, Difetti interventricolari, Pervietà Dotto Arterioso di Botallo)
  2. forme con ostruzione all'efflusso (stenosi aortica, stenosi polmonare, coartazione aortica).
Nelle seconde sono comprese la Tetralogia di Fallot e la Trasposizione dei grossi vasi. L'epidemiologia varia tra 6,3% e 8,2% dei nati vivi. L'eziologia è imputabile a diverse cause che riportiamo schematicamente:
  • Malattie infettive contratte dalla gestante nel I trimestre di gravidanza (ad esempio il virus della rosolia ha spiccato tropismo per il muscolo cardiaco).
  • Anomalie cromosomiche.
  • Età materna 35 anni.
  • Fattori ambientali nocivi.
  • Esposizione a radiazioni ionizzanti o assunzione di farmaci nel I trimestre di gravidanza.
  • Familiarità.

Cardiopatie con iperaflusso


Difetti Interatriali (DIA)

  • ostium secundum (il difetto è nella parte alta del setto);
  • ostium primum (il difetto è nella parte centrale);
  • seno venoso (difetto è in prossimità dello sbocco della vena cava superiore);
  • atrio comune (formazione di una camera unica atriale, forma estremamente rara).
Si possono osservare forme lievi (quasi sempre asintomatiche), forme complesse(caratterizzate da rallentato sviluppo fisico e da frequenti infezioni delle vie aeree; possono arrivare allo scompenso cardiaco vero e proprio e ad una vasculopatia ipertensiva polmonare), forme particolari[atrio comune, S.di Lutembacher (DIA e stenosi mitralica), Cor Triatriatum]. L'elemento fisiopatologico comune è lo shunt da sinistra a destra, per una maggiore compliance ed una minore pressione dell'atrio destro. All'obiettività cardiovascolare si repertano: vivace pulsatilità epigastrica, soffio sistolico nel II -III spazio intercostale sinistro, sdoppiamento fisso del

II tono, rumore mesodiastolico al bordo inferiore sinistro (da aumentato flusso attraverso la valvola tricuspide). La diagnostica strumentale mostra: ECG con blocco di branca destra incompleto e segni di ipertrofia destra; Rx toracico con aumentate dimensioni del cuore destro, dilatazione dell'arteria polmonare, iperafflusso al piccolo circolo; Ecocardiografia con dilatazione del ventricolo destro e dell'arteria polmonare; Eco Color Doppler con flusso da sinistra a destra. Le indicazioni per l'idoneità sportiva sono le seguenti:
  1. ostium secundum e seno venoso: con le forme lievi si può praticare qualsiasi attività sportiva, ad eccezione delle attività subacquee (per il rischio di embolia paradossa); è però richiesto l'ECG Holter con una seduta di allenamento, vista la non rara associazione con aritmie; le forme "ampie", dopo 6 mesi dalla correzione chirurgica, vanno rivalutate con ECG, ECO Color Doppler, Rx, Prova da sforzo, Holter: si opterà per un criterio di NON IDONEITA' per quelle con residua ipertensione polmonare e/o con aritmie;

  2. ostium primum: nelle rare forme minori, dopo ECG, ECO Color Doppler, Rx, Prova da sforzo, Holter, si potrà concedere l'idoneità solo per sport a minimo impegno cardiovascolare; nelle restanti forme, dopo 6 mesi dalla correzione chirurgica e dopo nuove valutazioni strumentali, si può concedere idoneità per gli sport a minimo e moderato impegno cardiovascolare. La valutazione va però sempre effettuata in centri cardiologici specializzati.
Difetti Interventricolari (DIV)
Il difetto, consistente nella incompleta chiusura del setto interventricolare, può localizzarsi in tre punti:
  • al di sotto delle valvole polmonare ed aortica;
  • nella porzione membranosa del setto;
  • nella porzione muscolare.
Distinguiamo una forma isolata (tende a chiudersi spontaneamente entro il terzo anno di vita o più raramente tra i 10-12 anni) ed una associata ad altre malformazioni cardiache (stenosi dell'arteria polmonare, atresie valvolari). Clinicamente si osservano:
  1. DIV piccolissimi (Morbo di Roger: differenza pressoria tra i due ventricoli, minimo flusso sistolico per le piccole dimensioni del difetto, importante rumore olosistolico, aspro, irradiato a sbarra sul precordio);
  2. DIV sufficientemente ampi: danno iperafflusso polmonare;
  3. DIV ampi: danno infezioni polmonari ricorrenti con rallentato sviluppo fisico.
Dal punto di vista fisiopatologico si assiste, nelle fasi iniziali, all'uguaglianza di pressione nei due ventricoli. Il persistere dello shunt ampio, da sinistra a destra, causa un incremento della pressione polmonare con susseguente inversione del flusso da destra a sinistra e stasi di sangue che può portare allo scompenso cardiaco (S. di Eisemnerger).

I reperti auscultatori possono essere: un soffio olosistolico (mesocardico, a sinistra dello sterno, nel III e IV spazio intercostale), un "fremito" sistolico (nella zona parasternale inferiore sinistra), uno sdoppiamento fisso del II tono. Le indagini diagnostiche prevedono l'ECG, la radiografia del torace, l'ecocardiografia, l'eco color doppler. Per quel che concerne l'idoneità sportiva:
  1. il DIV piccolissimo, purché non associato ad altre malformazioni, non controindica alcuna attività;

  2. I DIV medio-ampi corretti chirurgicamente, a sei mesi dall'intervento vanno valutati con i vari esami strumentali. Non verrà concessa l'idoneità in caso di DIV residui, persistenza di ipertensione polmonare, alterata funzionalità e dimensione del ventricolo sinistro. Se le indagini effettuate mostrano normalità dei vari parametri anatomici e funzionali, l'idoneità potrà essere concessa per tutte le attività sportive.
Pervietà del dotto arterioso di Botallo
Caratterizzato dalla mancata obliterazione di quel canale vascolare, chiamato appunto dotto di Botallo, che durante la vita fetale collega l'arteria polmonare all'aorta. In questi casi accade, che dopo la nascita, parte del sangue arterioso destinato alla periferia refluisce, attraverso il dotto suddetto, nell'arteria polmonare con iperafflusso polmonare e conseguente sovraccarico del ventricolo sinistro. Distinguiamo:Obiettivamente è possibile rilevare un caratteristico soffio continuo, aspro, “di locomotiva”, detto soffio di Gibson e localizzato spesso nel II spazio intercostale sinistro con irradiazione alla clavicola omolaterale. Nella valutazione strumentale, le forme lievi non danno segno di sé all'ECG, quelle più importanti possono determinare un quadro di sovraccarico ventricolare sinistro; all'Ecocardiogramma si osservano: ingrandimento del ventricolo sinistro, dilatazione dell'arteria polmonare (se si stabilisce un quadro di ipertensione polmonare), dilatazione dell'arco aortico. Per quel che concerne l'idoneità sportiva:
  1. il PDA lieve non controindica alcun tipo di attività.
  2. Le forme ampie, dopo correzione, a 6 mesi dall'intervento, devono essere valutate con ECG, Rx, Eco Doppler e prova da sforzo massimale. In assenza di segni di impegno ventricolare, di ipertensione polmonare e con una normale funzionalità cardiaca, potrà essere concessa l'idoneità per qualsiasi attività sportiva.
Cardiopatie con ostruzione all'efflusso

Coartazione aortica

Detta anche stenosi istmica dell'aorta in quanto il restringimento si presenta in prossimità dell'istmo (porzione di transito tra l'arco aortico e la porzione discendente dell'aorta), dopo l'arteria succlavia di sinistra. In relazione alla sua posizione rispetto al dotto di Botallo, si distingue una forma pre-duttale, duttale, post-duttale. Nel caso di ostruzione importante l'aumentata impedenza aortica fa sì che, alla lunga, il ventricolo sinistro non sia in grado di sopportare le resistenze così modificate, tanto da arrivare ad un quadro di insufficienza ventricolare prima e di edema polmonare più avanti. Nelle forme ostruttive meno importanti il miocardio compensa determinando, comunque, un ipertrofia del cuore sinistro. Possiamo riscontrare:
  • forme lievi per lo più asintomatiche;
  • forme gravi caratterizzate da manifestazioni di insufficienza ventricolare sinistra, ipertensione agli arti superiori contrastante con l'ipotensione agli arti inferiori, arterie collaterali pulsanti (palpabili agli spazi intercostali).
L'obiettività cardiaca mostra soffio sistolico sul precordio e nella regione paravertebrale di sinistra, asfigmia o iposfigmia delle arterie femorali. All'ECG si evidenziano segni di ipertrofia ventricolare sinistra; l'esame radiografico del torace mostra l'incisura aortica che assume il caratteristico segno del 3, l'Ecocardiografia dirime ogni dubbio definendoci sede ed entità della coartazione.
Le forme minime, caratterizzate da gradiente pressorio pre e post ostruzione <> 25 mmHg, con associati i segni clinici già citati, controindicano qualsiasi tipo di attività, richiedendo il più delle volte correzione chirurgica. Dopo questa e nel rispetto dei criteri visti per le forme lievi, si potrà partecipare ad attività sportive che non comportino impegno pressorio.

Stenosi aortica
Patologia generalmente ascrivibile a malformazioni dei lembi valvolari o delle zone vicine alla valvola aortica. Distinguiamo infatti, in base alla sede:
  • una forma valvolare, la valvola può presentare una o due cuspidi;
  • una forma sottovalvolare, la stenosi si trova a 1-2 cm dall'anello valvolare;
  • una forma sopravalvolare, il restringimento è posizionato nella porzione iniziale dell'aorta ascendente.
Le cause che possono determinarla sono di tipo infettivo nel periodo fetale o genetiche. L'ostacolato svuotamento ventricolare sinistro determina progressivamente aumento della pressione atriale sinistra con aumento pressorio anche nel circolo polmonare. L'ipertrofia ventricolare sinistra, che ne consegue, determina modificate necessità di ossigeno da parte del miocardio, condizione, questa, che contrasta con la ridotta disponibilità dello stesso. Questo fenomeno è spesso causa di episodi di angina sotto sforzo. E' importante valutare il gradiente pressorio trans-stenotico in base al quale abbiamo stenosi lievi (<25mmhg),>80mmHg).

Le forme lievi possono decorrere asintomatiche per decenni, in seguito possono comparire episodi di stancabilità, dispnea, angina. Le forme gravi portano a morte improvvisa oppure possono estrinsecarsi nella S. di Williams (facies elfica, ritardo mentale, alterazioni scheletriche e dentarie, ernie inguinali). L'obiettività cardiaca mostra un "itto ipercinetico", fremito sistolico (al giugulo e alle carotidi), sdoppiamento fisso del II tono, click protodiastolico. La diagnosi strumentale può essere fatta con l'ECG, che mostra segni di ipertrofia sinistra; con l'Ecocardiografia, che evidenzia le anomalie anatomiche e di flusso; con la radiografia toracica, che mostra la cardiomegalia; con il cataterismo cardiaco, che permette di valutare il gradiente pressorio. I soggetti con stenosi minima o bicuspidia possono essere ritenuti idonei a qualsiasi attività, purché non presentino anomalie all' ECG di base e dopo sforzo, all'Ecocardiogramma, all'Rx toracico, all'ECG secondo Holter. Le forme moderate e severe controindicano qualsiasi attività sportiva agonistica. Le forme valvolari corrette con valvuloplastica con buon esito, potranno essere prese in considerazione per attività ad impegno cardiovascolare minimo. Per le forme stenotiche sottovalvolari non operate, con gradiente pressorio <>20mmHg, anomalie ventricolari sinistre, insufficienza valvolare importante, anormale incremento pressorio sottosforzo, alterazioni del tratto ST, aritmie. Le forme sopravalvolari richiedono maggiore cautela, vista la possibilità di alterazione della circolazione coronarica.


Stenosi polmonare

Generalmente è caratterizzata dalla presenza di una membrana cupoliforme, in cui è possibile riconoscere le cuspidi valvolari fuse ed ispessite, pervia al centro. Ci sono forme in cui il restringimento può verificarsi in sede valvolare, sopravalvolare, sottovalvolare. Esistono forme valvolari isolate e complesse. Le prime, in base al gradiente pressorio (tra la zona pre e post stenotica), vengono ulteriormente suddivise in lievi (<30>50 mmHg).Clinicamente le forme lievi decorrono in maniera asintomatica; le forme gravi possono dare scompenso cardiaco già nei primi mesi di vita, cianosi periferica (dovuta alla ridotta gittata e all'aumentata estrazione di ossigeno dai tessuti), cianosi centrale (se presente forame ovale pervio, shunt da destra a sinistra), facies tondeggiante, vene giugulari pulsanti. L'obiettività cardiaca mostra un I tono seguito da un click, II tono sdoppiato, intenso soffio sistolico eiettivo sul focolaio polmonare.

L'ECG, normale nelle forme lievi, nei casi più gravi mostra una deviazione assiale destra; l'Rx toracico mostra una dilatazione del ventricolo e dell'atrio destro; l'Ecocardiografia con color doppler serve a valutare la dinamica dei flussi; il cateterismo cardiaco, quando i precedenti esami non diano risultati significativi, può mostrare l'effetto Venturi (differenza di pressione sistolica tra ventricolo destro e arteria polmonare). Nelle forme lievi è consentita qualsiasi attività sportiva, purché risulti normale la capacità funzionale misurata con prova da sforzo massimale. Nelle forme moderate si può svolgere attività agonistica a minimo impegno cardiovascolare. Nelle forme severe si fa divieto assoluto alla pratica sportiva prima della correzione chirurgica: trascorsi 6 mesi dall'intervento si può concedere l'idoneità per qualsiasi tipo di attività sportiva, se vengono rispettati i seguenti criteri:
  • intervento non eseguito per via ventricolotomica;
  • gradiente pressorio <30>
  • insufficienza polmonare lieve;
  • buona funzione ventricolare destra.
Le forme complesse quali: stenosi polmonare infudibolare isolata, stenosi dei rami dell'arteria polmonare, stenosi polmonare e DIA, agenesia o ipoplasia delle cuspidi valvolari, atresia della polmonare con setto interatriale con forame ovale pervio e setto interventricolare integro, vanno valutate singolarmente.

Tetralogia di Fallot
Cardiopatia congenita cianogena caratterizzata da quattro elementi anatomici:
  1. stenosi infundibolare o valvolare polmonare;
  2. DIV;
  3. destroposizione aortica;
  4. ipertrofia ventricolare destra.
Fisiopatologicamente distinguiamo un Fallot blu (shunt da destra a sinistra e conseguente riduzione del flusso polmonare) e un Fallot rosa (shunt da sinistra a destra e iperafflusso polmonare, acianogeno). La riduzione del flusso a livello dei polmoni è responsabile dell'ipossia tissutale con aumento della glicolisi anaerobia, produzione di acido lattico ed acidosi metabolica.

La sintomatologia è caratterizzata, sin dai primi mesi di vita, da dispnea, difetto di accrescimento corporeo, ippocratismo digitale, dita a bacchetta di tamburo, ricorso alla posizione di squatting dopo sforzi fisici anche leggeri. Gli eventi più temibili sono le crisi anossiche o asfittiche. L'esame obiettivo cardiovascolare evidenzia un soffio sistolico eiettivo sul terzo spazio intercostale sinistro con rinforzo del I tono. Gli esami strumentali mostrano le seguenti anomalie: l'ECG evidenzia segni di ipertrofia ventricolare destra, onda R elevata in V1, mentre in V2 si osserva aspetto RS; l'Rx toracico mostra dilatazione del cuore destro e povertà del disegno polmonare; l'Ecocardiografia in color doppler mostra le anomalie anatomiche e di flusso. Allo stato attuale l'idoneità è improponibile prima dell'intervento correttivo chirurgico, oggi effettuato in età sempre più precoce, e comunque anche in questi casi è improponibile la concessione della stessa per attività agonistiche.

Trasposizione dei grossi vasi
Anomala connessione tra ventricoli e grossi vasi:
  • aorta nasce dal ventricolo di destra;
  • arteria polmonare nasce dal ventricolo di sinistra.
Tutto ciò è causa di un'anomala circolazione a circuiti separati, per cui il ritorno venoso sistemico viene immesso in aorta e il sangue ossigenato, immesso nel cuore di sinistra, ritorna ai polmoni attraverso le arterie polmonari. La sopravvivenza in questi rari casi è dovuta alla persistenza del dotto di Botallo pervio o alla presenza di DIA o DIV, che consentono il mescolamento del sangue.

Clinicamente i pazienti presentano cianosi alla nascita, difetto di accrescimento corporeo, scompenso cardiaco. L'esame obiettivo palesa un II tono più forte del normale, oltre ad altri rumori aggiunti. L'ECG mostra segni di ipertrofia del ventricolo sinistro, l'Rx del torace mostra un cuore globoso, a forma di uovo. Il nostro sistema legislativo preclude l'attività agonistica ad individui con malformazioni cardiache complesse anche se trattati chirurgicamente.

Rientrano in queste, oltre a quella succitata, le seguenti patologie: atresia della tricuspide, atresia della polmonare, ventricolo destro a doppia uscita, ventricolo unico, "canale atrioventricolare", malformazione di Ebstein, origine anomala delle coronarie, sindrome di Marfan, sindrome di Ehlers-Danlos.

Autoesame del seno

Introduzione


Il rischio di tumore al seno cresce con l'età. Sistima che l'80% dei tumori mammari colpisca le donne dai 50 anni in su, mentrenelle adolescenti e nelle ventenni l'incidenza è ancora relativamente bassa.Gli uomini, invece, hanno un rischio estremamente basso di tumore al seno,paragonato alle donne.
Una piccola fetta dei tumori mammari è di natura genetica.Finora, due sono i geni collegati al tumore mammario ereditario: BRCA1 e BRCA2.All'interno di famiglie che si sono già trovate con un problema del genere, ilgene può essere trasmesso direttamente in generazione in generazione,attraverso la linea maschile o quella femminile. Questo chiaramente non vuolenecessariamente dire che se un parente ha avuto un tumore al seno in famiglia c'èil pericolo di una trasmissione ereditaria.I seni delle donne cambiano notevolmente nel tempo,dovuti a fattori quali sbalzi ormonali, mestruazioni, gravidanze, allattamento emenopausa.

Le donne dovrebbero sapere, quindi, cosa può essere giudicato comeun normale cambiamento e cosa no. Individuare precocemente un cambiamento vuoldire che una qualsiasi terapia può avere una riuscita senz'altro migliore.
Ogni mese il seno delle donne si prepara ad una gravidanza eall'allattamento; spesso si allarga e diventa più soffice prima dellemestruazioni, per poi ritornare allo stato normale. Dopo la menopausa il tessutomammario cambia ancora. Diventa meno denso e più grasso, rendendo così i senipiù soffici. Le donne più anziane possono perfino ritrovarsi dei seni piùpiccoli.
Simili cambiamenti sono piuttosto normali. Comunque, se doveste sentire onotare un qualsiasi cambiamento strano al seno, rivolgetevi al vostro medicocurante per ulteriori esami.

Cosa fare


Esaminate il vostro seno una volta al mese, preferibilmente appena finito il ciclo oppure, se non avete più mestruazioni, lo stesso giorno di ogni mese. L'esame va effettuato in due modi: guardandosi allo specchio e palpandosi.

Guardandosi allo specchio:
  • braccia lungo il corpo, avvicinatevi allo specchio e osservate bene qualsiasi cambiamento;
  • alzate le braccia lentamente al di sopra della testa e voltatevi per osservare il profilo;
  • con le mani sui fianchi mettete in tensione i muscoli del seno;
  • questo permetterà di notare di più qualsiasi cambiamento;
  • osservate il seno da ogni angolo, di lato e sotto; chinatevi in avanti e osservatene la forma.
Autopalpazione
  • L'autopalpazione può essere effettuata stendendosi oppure con una mano insaponata durante il bagno o la doccia;
  • palpare un seno alla volta: usando la mano opposta al seno che si sta esaminando, premere piano con le dita;
  • facendo un movimento circolare coprire l'intera area del seno dall'ascella fino a sopra, nella parte centrale e sotto per terminare con l'esame attorno e sopra al capezzolo;
  • è importante palpare intorno alla clavicola e all'ascella (dove si trovano i linfonodi) per qualsiasi ingrossamento

Cosa notare


  1. Qualsiasi cambiamento strano nella forma o nella grandezza dei seni

  2. Se un seno è diventato più piccolo dell'altro

  3. Un cambiamento di colore della pelle o eruzione cutanea

  4. Pelle raggrinzita o a buccia d'arancia

  5. Un capezzolo che abbia cambiato posizione o forma

  6. Un nodulo o un ispessimento all'interno del seno o dell'ascella

  7. Un'eruzione cutanea attorno al capezzolo

  8. Perdite da uno o entrambi i capezzoli

  9. Dolore costante in una parte definita del seno
Se notate qualsiasi cambiamento strano, contattate il vostro medico generico per un appuntamento.

ATTENZIONE: l'autoesame da solo non è adeguato a prevenire il cancro mammario ed è utile solo in aggiunta alla mammografia e ai controlli clinici con gli specialisti.

Ricordate inoltre che nove noduli su dieci non sono cancro.

Da anticorpi naturali nuovo vaccino anti-HIV

Dopo 25 anni di fallimento nella realizzazione di un vaccino contro il virus dell'Hiv, una nuova speranza arriva da un approccio innovativo che sfrutta un ampio spettro di anticorpi naturali posseduti da alcuni pazienti immuni al virus, anzichè utilizzare un solo 'super anticorpo'.

Un gruppo di ricercatori della Rockefeller University ha identificato un diverso pool di anticorpi nei pazienti con Hiv a lenta progressione, che sono in grado di tenere sotto controllo il virus grazie a un'azione combinata, proprio come farebbe un singolo 'super-anticorpo'. Lo hanno annunciato sulle pagine della rivista Nature.

I ceppi dell'Hiv hanno la capacità di mutare rapidamente, rendendosi avversari particolarmente ostici per il sistema immunitario dell'ospite. Ma un elemento viene condiviso praticamente da tutti i ceppi: una proteina dell'involucro chiamata 'gp140', necessaria per infettare le cellule.

Precedenti ricerche hanno mostrato che quattro anticorpi ingegnerizzati in modo casuale, capaci di bloccarre l'attività di tale proteina, sono in grado di prevenire l'infezione in cellule in coltura, ma tutti i tentativi per indurre l'organismo umano a produrli sono falliti.

Così Johannes Scheid, coordinatore dello studio, ha puntato l'attenzione sugli anticorpi prodotti da sei persone infettate dal virus, il cui sistema immunitario sembrava aver ingaggiato una strenua resistenza al virus.

Il fenomeno si verifica nel 10-20 per cento di tutti i pazienti, e porta a un controllo della proliferazione virale e a una progressione molto lenta della malattia. Le loro cellule B memoria producono alti livelli di anticorpi virali, ma finora nessuno è riuscito a comprendere appieno in che modo riescano a essere così efficaci.

In quest'ultima ricerca, da campioni di sangue di questi soggetti i ricercatori hanno isolato 433 anticorpi che hanno come bersaglio la proteina dell'involucro, e li hanno clonati e prodotti in grandi quantità analizzando quanto ciascuno di essi fosse efficace nel neutralizzare il virus.

Nel processo, è stata identificata una nuova struttura all'interno di tale proteina, chiamata 'gp120 core', che non era mai stata riconosciuta come potenziale bersaglio degli anticorpi. Come ha spiegato lo stesso Scheid, questi anticorpi hanno in comune la capacità di neutralizzare il virus, ma ciascuno di essi ha una limitata capacità di combatterlo.

Una strategia terapeutica basata su questa sinergia avrebbe anche il vantaggio di riconoscere un'ampia gamma di ceppi di Hiv, il che indica come la loro diversità possa costituire un notevole vantaggio, tenuto conto della capacità del virus di mutare.

Il tampone faringeo

Che cos'è

Il tampone faringeo è un test che serve ad individuare le specie batteriche presenti sulla mucosa della faringe.


A cosa serve

Il tampone faringeo si esegue per diagnosticare se un’infezione a carico della faringe o delle tonsille è di natura virale o batterica.

Il tampone viene utilizzato principalmente per la ricerca dello Streptococcus pyogenes (o “streptococco beta-emolitico di gruppo A”): le faringiti e le tonsilliti causate da questo streptococco possono evolvere in complicazioni quali la febbre reumatica o l’endocardite, e richiedono pertanto un trattamento tempestivo.

La possibilità di accertare se l’infezione è effettivamente causata dallo streptococco, inoltre, permette di limitare la prescrizione di antibiotici ai casi in cui è realmente necessario.


Come si esegue

Il test viene eseguito strisciando sulla mucosa della faringe un apposito tampone monouso (simile a un cotton fioc) composto da un lungo bastoncino rivestito all'estremità da cotone sterilizzato.
Sul cotone si depositano le secrezioni presenti in gola, che poi vengono analizzate: l’esito normale è negativo; un’eventuale positività sta a significare che lo streptococco beta-emolitico è presente in gola.

Il tampone faringeo è del tutto indolore e dura pochi secondi. Per sottoporsi al test, il paziente non deve assumere antibiotici nei 5 giorni che precedono l’esame e deve essere digiuno.

Tumore seno: metastasi segnalate da molecole

Scoperta a Milano una nuova molecola collegata con lo sviluppo di metastasi in donne con tumore al seno.
La scoperta è frutto della collaborazione tra l'Unità Operativa Bersagli Molecolari della Fondazione IRCCS: Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, diretta da Elda Tagliabue, e il gruppo di ricerca diretto da Andrea Balsari, Docente di Immunologia all'Università Statale di Milano.
I risultati dello studio, che ha avuto un finanziamento dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), sono stati recentemente pubblicati dal prestigioso Journal of Clinical Oncology.
In Italia si stima che sopravvengano circa 40.000 nuovi casi di tumore della mammella l'anno. Un certo numero di queste pazienti, anche se sottoposte a chemioterapia post-operatoria, svilupperanno metastasi tumorali. Analizzando il tessuto neoplastico ottenuto da pazienti operate di tumore al seno, è stata individuata una nuova molecola associata alla probabilità di sviluppare metastasi. L'analisi del tessuto neoplastico ottenuto da più di 300 pazienti sottoposte ad intervento chirurgico ha evidenziato come la presenza della molecola FOXP3 nelle cellule tumorali mammarie si associa significativamente con il rischio di sviluppare metastasi a distanza, quindi con una condizione di maggiore aggressività clinica.

Ridurre i postumi dell’attacco acuto da ictus grazie ad un raggio laser salva-cervello

Uno studio USA presentato nel corso della International Stroke ConferenceDurante la recente edizione della International Stroke Conference, un team dell’Università della California - San Diego ha presentato una innovativa tecnica che sarebbe in grado di ‘salvare’ il cervello dai postumi degli attacchi acuti causati da ictus grazie all’utilizzo di uno speciale raggio laser.

Difficoltà del linguaggio, paresi o problemi alla vista potranno essere al centro di successivi azioni terapeutiche condotte dal team statunitense. Per ora, infatti, il pool di San Diego ha registrato buoni risultati con soggetti colpiti da ictus di moderata gravità.

Lo studio condotto negli States ha analizzato gli effetti dell’utilizzo del laser nella zona dell’infrarosso e la sua azione su quelle aree del cervello non del tutto compromesse dalla carenza di ossigeno, con l’obiettivo di favorire la rigenerazione dei neuroni e, più in generale, una ripresa del metabolismo.

Secondo quanto spiegato dal dottor Roberto Sterzi dell’Ospedale Riguarda ca’ Granda di Milano e direttore della sua Stroke Unit, che ha commentato la ricerca nordamericana, lo studio verrà ulteriormente verificato ma potrebbe aprire interessanti scenari in termini di non-invasività e riduzione dei rischi poiché “utilizza solo sonde esterne” e sarebbe particolarmente indicata in pazienti che non possono essere sottoposti a trombolisi, oggi trattamento-chiave nella cura dell’ictus.