mercoledì 5 novembre 2008

Russare allunga la vita agli over 65

Sara' pure troppo rumoroso e fastidioso per il partner, ma russare mentre si dorme potrebbe davvero fare bene alla salute, soprattutto quella dei piu' anziani.

Infatti, le persone con un'eta' superiore ai 65 anni che russano a causa di una condizione chiamata 'apnea nel sonno' vivono piu' a lungo dei coetanei meno rumorosi di notte. Almeno queste sono le conclusioni di alcune ricerche presentate nel corso di un meeting della European Association for Sleep Research a Glasgow, nel Regno Unito.

L'apnea nel sonno e' un disordine caratterizzato da pause nella respirazione durante il sonno. Questi episodi durano almeno dieci secondi e avvengono uno ogni dieci minuti. In casi piu' gravi la frequenza e' addirittura di una ogni due minuti. In pratica, quando il paziente si addormenta smette di respirare e, conseguentemente, il cervello invia un segnale alle vie respiratorie. Questo messaggio, proprio come una scossa, sblocca nuovamente la respirazione.

Una condizione simile, secondo diversi studi, aumenterebbe il rischio di soffrire di pressione alta e di subire un attacco cardiaco. Ma le scoperte fatte da un gruppo di ricercatori dell'Israel's Technion Institute dimostrerebbero il contrario almeno negli anziani over 65. Dopo aver effettuato una serie di ricerche su 600 persone anziane in quattro anni, i ricercatori hanno concluso che i pazienti che soffrono di apnea del sonno hanno molte meno probabilita' di avere problemi al cuore e, quindi, vivrebbero di piu' rispetto alle persone sane.

Secondo lo studio, brevi sequenze di ipossia - nelle interruzioni della respirazione - possono avere un effetto protettivo per gli anziani che 'allenano' il proprio sistema cardiovascolare a fronteggiare situazioni di mancanza di ossigeno. Questo significa che quando il soggetto anziano si trova in mancanza di ossigeno, proprio come avviene in un attacco cardiaco o in un ictus, impara ad affrontare eventi cardiaci traumatici. I ricercatori sono pero' ancora perplessi per il fatto che non sono stati riscontrati effetti protettivi simili nei giovani che soffrono di apnea nel sonno.

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