Claudio Leonardi, coordinatore del Comitato scientifico di FEDERSERD, ricorda che solo poco tempo fa a richiedere l’intervento di ricostruzione di un naso distrutto dalla cocaina erano i personaggi del mondo dello spettacolo o i manager mentre adesso i pazienti-tipo sono di differente estrazione sociale. È la dimostrazione che la cocaina non è più una ‘droga di lusso’ ma è diventata estremamente popolare; secondo un recente Rapporto redatto dal CNR, la cocaina uccide ogni anno circa mille persone: di più riescono a fare solo il fumo (con 130.000 decessi) e l’alcol (con 40.000). E’ di pochi giorni fa la pubblicazione dell’ultimo inquietante Rapporto 2007 dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) che ha studiato i dati relativi al consumo di droghe in 27 Paesi dell’Unione Europea: 4,5 milioni di europei hanno confessato di aver sniffato la cocaina nel corso dell’ultimo anno. Un numero spaventosamente superiore a quello registrato nell’anno scorso che non superava i 3,5 milioni. Il quadro è preoccupante soprattutto per quel che riguarda i giovani: circa 7,5 milioni di giovani dichiarano di aver sniffato almeno una volta nella vita e proprio l’Italia si colloca ai primi posti della classifica per i consumi giovanili, accanto a Germania, Danimarca, Spagna e Regno Unito, con una media di consumatori di cocaina tra i 15 e i 34 anni che supera il 5% del totale. A confederare questo trend è stato anche il Rapporto annuale sull’attività dei Sert per il 2006, redatto dal Ministero della Salute, nel quale si legge chiaramente che il numero di consumatori di cocaina che si rivolgono ai Sert è in netto aumento: nel 1991 solo l’1,3% dei soggetti che si rivolgevano ai Sert lo facevano per una dipendenza da cocaina, mentre nel 2006 la percentuale è salita al 14%.
Gian Luigi Gessa, uno dei massimi esperti di neurofarmacologia, ha sottolineato, nel corso di un recente convegno che il problema/cocaina è sottovalutato e difficilmente gestibile: “abbiamo finalmente imparato a gestire la dipendenza da alcol e da eroina, grazie ai farmaci e ad un'organizzazione che funziona, ma il mondo sta cambiando e la gente comincia a usare la cocaina molto più dell’eroina, non abbiamo farmaci e non c’è un’organizzazione che permetta di rispondere in modo adeguato”.
Intanto, però, a seguito dell’allarme lanciato dalla FEDERSERD, si susseguono commenti e opinioni in proposito. Mario Bussi, direttore della cattedra e dell’unità operativa di otorinolaringoiatria dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele, un centro di eccellenza per gli interventi di ricostruzione a seguito di lesioni da cocaina, sottolinea che operare un cocainomane non ha senso se poi egli stesso non smette di ‘sniffare’: le lesioni provocate dalla cocaina ai tessuti della mucosa nasale e a quelli della cartilagine possono essere davvero devastanti e non sempre permettono di intervenire chirurgicamente. “Il presupposto fondamentale per sottoporsi a questo tipo di intervento è la sospensione dell’uso della sostanza, per stabilizzare il danno e fermare infezioni e necrosi, e permettere ai tessuti di diventare trattabili: solo a questo punto si può ricorrere alla chirurgia”: questo il parere di Bussi che conclude sottolineando come l’intervento sia particolarmente complesso e che “è una questione di coscienza del chirurgo non praticarla se non sussiste la totale astensione dalla droga”.
martedì 27 novembre 2007
Cocaina: terzo ‘killer’ nell’elenco delle droghe in Italia. Ed è corsa agli interventi di ricostruzione nasale
Liste di attesa in ospedale non per sottoporsi a qualche complessa operazione salva-vita ma per ricostruirsi il naso, distrutto dalla cocaina: è l’allarmante dato presentato nei giorni scorsi dalla Federazione degli Operatori Pubblici delle Dipendenze (FEDERSERD). I numeri parlano chiaro: le liste di attesa per sottoporsi all’intervento di ricostruzione gratuitamente in ospedale sono lunghe un anno e mezzo, mentre sono di cinque mesi nelle cliniche private nelle quali si pagano circa diecimila euro per gli interventi di questo tipo. Numeri davvero significativi se si pensa che fino a qualche tempo fa gli interventi di ricostruzione del naso erano rari (uno su cento cocainomani e nessuna donna) e oggi non solo si deve aspettare così tanto, ma sono aumentati sia il numero delle donne che fanno richiesta dell’intervento che le persone di ceti sociali diversi.
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