sabato 2 febbraio 2008

È l’OSAS il nuovo nemico dei guidatori

Si chiama OSAS (acronimo inglese che sta per Obstructive Sleep Apnea Sindrome) ed è un sotto-tipo della sindrome delle apnee nel sonno, una sintomatologia caratterizzata da ripetuti episodi di completa o parziale ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno.

Una malattia poco nota, ma estremamente diffusa tra gli italiani: è stato stimato che circa 1.600.000 persone soffrono di questo disturbo che, oltre a mettere a rischio la salute, comporta anche una serie di problematiche legate al calo dell’attenzione e alla stanchezza. Problemi che possono sembrare secondari, ma non lo sono, se si pensa che chi soffre di questo disturbo può rappresentare un pericolo alla guida, per sé stesso e per gli altri.

La sonnolenza è uno dei principali motivi di disattenzione in macchina, e non è solo un’ipotesi quella che vede l’Osas tra le cause più frequenti di incidenti stradali: il 21% degli incidenti, nel periodo 1993-1997, è stato causato proprio da improvvisi cali di attenzione dovuti alla stanchezza. A questo si aggiungono i dati di una ricerca condotta dal Ministero della Salute nel 2002 che evidenziava la relazione tra la sintomatologia ed il numero di incidenti causati da sonnolenza: se il 15% degli incidenti extra-urbani è causato da disattenzioni per stanchezza, la metà è legata all’Osas (quasi diecimila incidenti, per un totale di oltre 350 vittime).

Appare dunque evidente la correlazione tra la sindrome e il rischio di incidenti in strada; dormire male o svegliarsi ripetutamente comporta un calo notevole dell’attenzione che inevitabilmente influenza il comportamento quotidiano. Anche la prontezza di riflessi viene seriamente compromessa, poiché i tempi di reazione dei soggetti normali e di chi è affetto dalla sindrome Osas sono significativamente differenti: è stato calcolato che a una velocità di 130 km/h questi ultimi percorrono ancora ventidue metri prima di frenare o rallentare.

Insomma una patologia non solo fastidiosa per i soggetti interessati, ma soprattutto rischiosa per sé e per gli altri. Il problema è attualmente poco considerato (sono solo 40.000 i pazienti al momento in cura in Italia), anche se, dati alla mano, riveste la stessa importanza dell’abuso di droghe e alcol tra i guidatori. Proprio recentemente Domenico Geraci, direttore dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Cnr di Palermo, ha lanciato l’allarme: l’OSAS è estremamente sottovalutata e i rischi che comporta sono del tutto simili a quelli causati da alcol e droghe e pertanto andrebbe presa in considerazione per tutelare la salute pubblica.

Ma come si riconosce l’Osas? I sintomi principali sono (oltre al russare e ai frequenti blocchi della respirazione durante il sonno): cefalee al risveglio, sonnolenza diurna, ridotta capacità di concentrazione e di memoria, alterazione dell’umore e, in alcuni casi, riduzione della libido.

Il soggetto tipo che presenta apnea ostruttiva del sonno è di sesso maschile, obeso o soprappeso e con un particolare accumulo di grasso e tessuti attorno al collo. Le conseguenze di questa patologia si riscontrano, oltre che nell’aumento della percentuale di rischio in macchina o in qualsiasi situazione in cui è necessaria prontezza di riflessi, anche per la salute: è stata, infatti, calcolata una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari fatali (1.06 persone su 100 ogni anno) ed attacchi cardiovascolari non fatali (2.13 su 100 persone all’anno) tra i pazienti affetti dalla sindrome.

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