L’Italia campione di solidarietà sul fronte dei trapianti. Il nostro Paese si colloca, infatti, ai primi posti della classifica europea per numero di donatori e raggiunge importanti traguardi anche nella chirurgia. L’ultimo successo è stato ottenuto a Pisa, presso l’unità operativa di chirurgia generale diretta da Franco Mosca, e ha visto i chirurghi impegnati in un trapianto crociato di rene da donatori viventi tra coppie della stessa famiglia non compatibili biologicamente.
Protagoniste dell’eccezionale intervento due coppie di coniugi, una toscana e l’altra veneta: i coniugi non erano biologicamente compatibili tra loro ma lo erano con il marito o la moglie dell’altra coppia. Secondo questa strategia organizzativa, regolamentata dal protocollo del Centro Nazionale, un donatore salva la vita al coniuge di qualcun altro e viceversa. Questa tecnica permette di risolvere la cronica carenza di reni compatibili provenienti da cadavere e l’incompatibilità spesso diffusa che rende impossibile l’utilizzo di un rene di un familiare.
Il protocollo nazionale che regola questo tipo di trapianto è stato messo a punto nel 2005: da allora esiste una banca dati ufficiale che raccoglie i dati di tutte le coppie disponibili e offre uguali possibilità di accesso per i pazienti.
Il Ministro della Salute Livia Turco ha sottolineato qualche mese fa che “l’Italia può essere fiera della sua rete trapiantologia” e le istituzioni non smettono di offrire supporto, non solo finanziario, al settore. Nell’ambito della Finanziaria 2008, ad esempio, sono stati erogati nove milioni di euro in più per potenziare le attività di prelievo e trapianto di organi: i beneficiari sono da un lato le aziende sanitarie e gli istituti di ricerca dove si svolgono le attività dei Centri Interregionali e dall’altro le Regioni che hanno il compito di promuovere la donazione degli organi,la formazione e la sicurezza.
Ecco, nel dettaglio, in che modo la legge regola le donazioni di organi. Una legge del 1999 e un decreto ministeriale del 2000 stabiliscono la cosiddetta regola del ‘silenzio/assenso’, ciò vuol dire che ad un cittadino che ha raggiunto la maggiore età viene chiesto di esprimersi circa la propria volontà di donare o meno gli organi: se egli non esprime nessuna preferenza automaticamente varrà il principio del silenzio che vale come un assenso.
Questa famosa legge, però, non è ancora entrata in vigore e per ora è previsto che il cittadino debba necessariamente esprimere un consenso o un dissenso esplicito. Come? Attraverso una dichiarazione di volontà che può essere espressa in diversi modi: scaricando dal sito www.daivalorellavita.it il modulo relativo alla dichiarazione di volontà; compilando il ‘tesserino blu’ del Ministero della Salute e conservandolo insieme ai documenti personali; registrando la propria volontà presso la ASL o presso il proprio medico di fiducia; rivolgendosi all’Associazione Italiana Donatori di organi oppure a qualche altra associazione simile; scrivere una nota olografa che si dovrà portare insieme ai documenti nella quale si indicano dati anagrafici, dichiarazione di volontà positiva o negativa, data e firma e che verrà considerata valida a tutti gli effetti. È bene ricordare che nel caso in cui non si esprima nessuna preferenza scritta, i familiari verranno chiamati a decidere ed è quindi consigliabile comunicare ai propri parenti (coniuge non separato, convivente, figli maggiorenni e genitori) quale sia la propria volontà.
ALTRI CONTENUTI DA CONSULTARE:
- lunedì 4 febbraio 2008
Nessun commento:
Posta un commento