Una canna vale quanto una sigaretta? Non proprio, se si considera uno studio pubblicato nei giorni scorsi su New Scientist secondo il quale una cannabis è venti volte più cancerogena della sigaretta. Colpa delle sostanze chimiche in essa contenute: l’ammoniaca in primis, presente nel fumo della cannabis in quantità fino a 20 volte superiore rispetto a una sigaretta, e poi l’acido cianidrico e l’ossido di azoto, riscontrabili in concentrazioni fino a 5 volte superiori rispetto al tabacco.
Complessivamente, gli scienziati canadesi hanno analizzato la composizione del fumo della cannabis inalato per sondare le quantità di venti sostanze chimiche. Il risultato non ha lasciato dubbi: fumare uno spinello provoca ai polmoni e alla bocca danni molto maggiori rispetto al fumo di sigaretta. E non solo per la quantità di sostanze presenti, ma anche perché generalmente viene inalato più profondamente, restando nei polmoni per più tempo e perché non viene lavorato e filtrato dai produttori allo stesso modo del fumo di sigaretta.
Sulla stessa scia della ricerca canadese anche un altro studio, questa volta realizzato in Nuova Zelanda e pubblicato nelle scorse settimane sull’European Respiratory Journal, ha evidenziato come fumare uno spinello sia equivalente a fumare venti sigarette in termini di rischio di ammalarsi di tumore ai polmoni. Richard Beasley e il suo team di ricerca neozelandese del Medical Research Institute hanno arruolato 79 pazienti con diagnosi di carcinoma polmonare e hanno cercato di identificare, attraverso questionari mirati, i principali fattori di rischio, come precedenti familiari, fumo, livello professionale e sociale, consumo di alcol e cannabis.
Dopo aver identificato un gruppo di pazienti classificato come “a lunga esposizione”, i ricercatori hanno concluso che il rischio di cancro ai polmoni saliva di 5,7 volte per chi aveva fumato più di uno spinello al giorno per dieci anni o più di due spinelli al giorno per cinque anni: un aumento del rischio che restava evidente anche dopo aver tenuto conto di altre variabili, come il fumo di sigaretta. Lo scienziato neozelandese si dichiara convinto che sia in atto, negli ultimi decenni, una vera e propria “epidemia di tumore ai polmoni” causata dal consumo di cannabis e che almeno un caso di tumore ogni venti registrato in Nuova Zelanda sia direttamente provocato dagli spinelli.
Anche secondo Beasley la causa di questo maggior danno ai polmoni generato dalla cannabis è da ricercare nella sua composizione, nelle modalità di produzione e di consumo. Lo spinello non ha nessun filtro e ciò comporta il fatto che la quantità di fumo inalata risulti maggiore, come maggiore è la concentrazione di sostanze cancerogene che si depositano nelle vie respiratorie e nei polmoni. Infine, le quantità di sostanze altamente tossiche come gli idrocarburi policromatici – ricorda lo studioso – risultano quasi raddoppiate nella cannabis rispetto alla sigaretta.
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- giovedì 14 febbraio 2008
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