martedì 18 marzo 2008

Due gemelline inglesi protagoniste di una innovativa ricerca per offrire una speranza nella lotta alla leucemia

Si chiamano Olivia e Isabella, hanno quattro anni e sono gemelle monozigote: la speranza di una futura ed efficace terapia contro la leucemia infantile - una malattia che colpisce ogni anno solo in Gran Bretagna circa cinquecento bambini e che si rivela solitamente molto difficile da affrontare con chemioterapia e altri trattamenti - potrebbe essere nascosta proprio in loro due. I genitori delle due gemelline della cittadina di Bromley, un sobborgo di Londra, hanno accettato che le figliole partecipassero ad uno studio sulla leucemia infantile.

Il motivo? Solo Olivia ha sviluppato a circa due anni di età la leucemia, mentre la sorellina è sana. Una circostanza scientificamente rilevante visto che le due bambine sono assolutamente identiche nel patrimonio genetico. Ciò ha spinto gli scienziati del Great Ormond Street Hospital, in collaborazione con i colleghi dell’Institute of Cancer Research e quelli dell’università di Oxford, a studiare le due sorelline alla ricerca delle differenze davvero sostanziali che distinguono i due organismi al punto tale che uno si ammala di tumore e l’altro no.

La ricerca sembra aver già dato i primi frutti e i risultati sono stati pubblicati su numerosi organi di stampa internazionali e sulla prestigiosa rivista scientifica Science. Sin dalla vita intrauterina le due gemelle hanno subito una mutazione genetica non riscontrata nel DNA dei genitori, ma al momento della nascita solo nel patrimonio genetico di Olivia si è verificata una nuova mutazione che l’ha predisposta ad essere più vulnerabile al cancro. Il risultato è stato che dopo due anni la bambina si è ammalata di leucemia linfoblastica.

I ricercatori britannici hanno studiato il DNA delle piccole gemelle e in particolare hanno scoperto che a causa della prima mutazione genetica – che ha visto fondersi due geni chiamati TEL e AMIL-1 - alcune cellule staminali erano diventate pre-leucemiche: sono state proprio queste cellule ad aprire la strada alla malattia che, nella piccola Olivia, a causa della seconda mutazione si è sviluppata immediatamente. In altre parole entrambe le bambine erano maggiormente sensibili allo sviluppo della leucemia, a causa della mutazione avvenuta nell’utero, ma solo Olivia è stata così sfortunata da subire anche una seconda mutazione che ha favorito il manifestarsi della leucemia.

Oggi le gemelle stanno per compiere cinque anni, la chemioterapia ha salvato la vita di Olivia anche se ne ha inibito la crescita e un’infezione l’ha purtroppo resa cieca da un occhio. Grazie agli studi condotti su Olivia e Isabella gli scienziati sono stati in grado di individuare le cellule staminali pre-cancerose chiamate cellule killer: Mel Greaves dell’Institute of Cancer Research ha spiegato che proprio queste cellule killer risultano più resistenti alla chemioterapia tradizionale e diventeranno il target per le nuove terapie.

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