venerdì 15 febbraio 2008

Benefici dell’epatectomia in due tempi su pazienti con cancro colorettale e metastasi del fegato su cui non è possibile effettuare la resezione

Secondo una ricerca francese, condotta presso il Centre Hepato-Biliaire dell’Hôpital Paul Brousse di Villejuif, un’epatectomia in due tempi condotta su pazienti con metastasi del fegato da cancro colorettale sulle quali non è possibile effettuare un’unica resezione, potrebbe trasformarsi in un’efficace strategia terapeutica.

Come spiegato dai medici francesi nel corso del recente simposio dell’ASCO - American Society for Clinical Oncology’s Gastrointestinal Cancers dal coordinatore dello studio – il dottor Adam – lo studio ha preso in esame, tra l’ottobre 1992 e l’ottobre 2006, cinquantuno pazienti con metastasi al fegato causate da cancro colorettale, alcuni dei quali venivano sottoposti a epatectomie in due tempi.

L’adozione di questa strategia terapeutica è cresciuta nel corso dei 14 anni di follow-up, da un 2% iniziale (dal 1992 al 1994) ad un più ampio 14% (dal 2004 al 2006).

Il 97% dei pazienti era sottoposto a chemioterapia pre-operatoria, il 77% del campione proseguiva le chemio tra le due fasi dell’epatectomia ed un 74% riceveva una chemioterapia addizionale dopo la seconda fase dell’operazione. Tra i due tempi dell’epatectomia trascorrevano in media 4,3 mesi.

Dai risultati è emerso che il tasso di mortalità dei 51 pazienti a cinque anni era del 30%, mentre per i 35 pazienti che avevano completato entrambe le fasi operatorie i tassi di sopravvivenza aumentavano fino a raggiungere un range del 57% / 39%.

Nel corso del simposio promosso dall’ASCO in collaborazione con l’American Gastroenterological Association Institute, l’American Society for Therapeutic Radiology and Oncology e la Society for Surgical Oncology, Adam ha spiegato che “verranno condotti ulteriori approfondimenti su questa tecnica operatoria che è strutturata proprio come una strategia pianificata basata sul fondamentale concetto di rigenerazione”.

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