Roma - Non solo l'Italia. Epidemie e persino decessi per il morbillo coinvolgono l'intera Europa, soprattutto quella occidentale, e nonostante il calo del 53% dei casi di morbillo segnalati in 31 paesi europei nel 2007 rispetto al 2006, la situazione resta "preoccupante" e "rappresenta una minaccia per l'eliminazione del morbillo nella regione europea". E' quanto segnala la rete europea Eurosorveillance, in un articolo dello scorso aprile riportato anche sul sito dell'Istituto Superiore di Sanita'.
Nel biennio 2006-2007 diversi paesi europei hanno segnalato un alto numero di casi e focolai, soprattutto Svizzera, Germania e Austria, dove ad ammalarsi e' stata prevalentemente la popolazione generale. Mentre altri focolai hanno coinvolto prevalentemente alcuni gruppi, come i nomadi in Regno Unito e Norvegia, i Rom e Sinti in Italia, i Rom e immigrati in Grecia, le comunita' ebree ortodosse in Belgio e nel Regno Unito. In totale, 3.826 casi di morbillo, con in testa la Svizzera con i suoi 14,06 casi su 100.000 abitanti. Quasi tutti i malati (l'87%) non sono mai stati vaccinati. E se nel 2007 non si sono registrati decessi, l'anno prima si sono contate 19 vittime, di cui 15 sotto i cinque anni di eta'. In 13 casi la causa accertata del decesso e' stata la polmonite, in 4 casi l'encefalite acuta, mentre nei restanti 2 la causa resta incerta.
Il morbillo e' una malattia "occidentale": a fare la parte del leone sono proprio i paesi dell'Europa dell'ovest, con l'Italia collocata nella categoria dell'"incidenza moderata" (0,59 casi "indigeni" su 100.000 abitanti), mentre in 13 paesi tra cui Bulgaria, Croazia, Lituania e Ungheria, non si registrano piu' casi autoctoni. Secondo il rapporto, e' necessario soprattutto un maggiore impegno politico dei paesi europei per implementare le strategie vaccinali, con l'obiettivo minimo del 95% di copertura, e inoltre varare adeguate campagne informative, soprattutto sui rischi collaterali per i piu' piccoli, a partire dall'encefalite acuta.
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