giovedì 13 dicembre 2007

L’acqua che esce dai rubinetti italiani è sicura e salutare

Il mercato delle acque in bottiglia è sempre più fiorente. Un numero sempre crescente di persone, infatti, ritiene che le acque imbottigliate, frizzanti o naturali, diano maggiori garanzie di qualità e igiene, nonché di maggiore salubrità e apporto nutrizionale. In realtà è un’opinione tanto diffusa quanto sbagliata: le acque che escono dai rubinetti delle nostre città non solo sono assolutamente sicure, ma garantiscono il giusto apporto di sali minerali.

Una ricerca condotta da Altroconsumo non più di un anno fa sui rubinetti di trentacinque città italiane - da Genova a Napoli, da Milano a L’Aquila, da Cagliari ad Aosta – aveva dimostrato che l’acqua degli acquedotti cittadini era sicura e garantita: nessun superamento dei limiti imposti dalla legge del 2003 sulla presenza di sostanze inquinanti, metalli e nitrati e un buona qualità di odore e sapore. Dall’analisi dei campioni è emersa una realtà rassicurante: l’acqua dei nostri rubinetti si può bere e può essere utilizzata per tutti gli altri usi domestici.

Altroconsumo si unì, allora come adesso, al coro di quanti definiscono assolutamente immotivate le paure che spesso avvolgono il consumo di acqua dei rubinetti che non porta altro che un incremento netto delle vendite di acqua in bottiglia. Gli unici a guadagnarci sono le compagnie che imbottigliano le acque alla fonte; a perderci è non solo il portafoglio dei cittadini ma anche l’ambiente. Smaltire, infatti, miliardi e miliardi di bottigliette di plastica che ogni giorno vengono gettate via nel mondo è un’impresa davvero ardua oltre che significativamente inquinante per l’ambiente.

Negli ultimi mesi si sono susseguite le iniziative che in tutto il pianeta hanno come finalità quella di promuovere il consumo di acqua degli acquedotti cittadini: a Milano qualche settimana fa è stata presentata una proposta per dotare le fontanelle pubbliche della città di acque frizzanti e zampillanti assolutamente gratuite; stesso trend in altre città italiane come Roma che ha ricevuto con malcelata soddisfazione una certificazione di sicurezza e bontà dell’acqua comunale, dopo un’analisi condotta su ben 250.000 campioni prelevati sul territorio municipale.

A confermare la bontà e la salubrità delle nostre acque arriva anche il parere di un esperto del settore: Giovanni Pastore che, insieme ai colleghi dell’Istituto Nazionale Ricerca Nutrizione e Alimenti (INRAN), ha stilato le linee-guida relative all’alimentazione e alla qualità dell’acqua ha spiegato, intervistato dal Corriere della Sera, che “l’acqua che esce dal nostro rubinetto non solo è assolutamente buona, ma è anche sicura perché viene continuamente controllata e monitorata”. L’unica differenza tra l’acqua del rubinetto e quella in bottiglia? Il sapore naturalmente: chi preferisce l’acqua frizzante non può che comprarla al supermercato o aggiungere all’acqua del rubinetto le bustine (che sono, però ricche di sodio e vanno, quindi, usate con cautela); così come non può fare a meno dell’acqua imbottigliata chi ha esigenze mediche particolari e ha bisogno di un’acqua con più o meno sodio o più o meno diuretica. Tutti gli altri – una gran parte della popolazione – possono tranquillamente bere l’acqua di casa. Con buona pace di portafoglio e ambiente.

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