Il controverso scienziato-imprenditore americano torna a far parlare di sé
La comunità scientifica: "Richiesta assurda, non rispetta le scoperte precedenti"
La domanda è partita in giugno, ma solo ora l'autorità americana preposta ne ha pubblicato il testo, da cui emerge che lo scienziato non ha chiesto di proteggere il batterio in preparazione, ma tutti quelli che eventualmente saranno prodotti, una sorta di copyright sulla vita artificiale, insomma. Se venisse accettata questa richiesta tutti i laboratori intenzionati a lavorare con Dna artificiale dovrebbero pagare la Synthetic Genomics, l'azienda di Venter che si avvia a diventare una specie di 'Microbesoft', come la definisce l'Ong sui diritti umani canadese Etc Group, la prima a parlare della questione.
"Questa richiesta è assurda e ridicola - ha commentato Tom Knight, genetista del Mit di Boston - il brevetto richiesto non ha il minimo rispetto per le ricerche precedenti che hanno portato alle scoperte di Venter. E, ricorda, la questione è estremamente seria, perché se verrà concesso il brevetto sarebbe come brevettare la vita". Più cauto invece il collega George Church, un biologo sintetico dell'Università di Harvard, secondo cui molte delle rivendicazioni di Venter saranno però respinte.
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