venerdì 8 febbraio 2008

Terapia del dolore: cresce il consumo di oppioidi

Milano - Aumenta in Italia il ricorso agli analgesici oppioidi forti a rilascio controllato per la cura del dolore. Nel 2007, rispetto all'anno precedente si è registrato un incremento del 13,38% a unità, a fronte di una crescita del 14,81% nella spesa, che si è attestata su una media di 0,40 euro procapite, contro gli 0,35 euro del 2006.

Tuttavia siamo ancora ben lontani da quanto raccomandano le Linee Guida internazionali. Nonostante le raccomandazioni OMS, EAPC ed ESMO, il nostro Paese privilegia impropriamente i preparati transdermici (che dominano il mercato con una quota pari al 72,7% delle confezioni consumate) anziché le formulazioni orali (27,3%). Inoltre, gli oppioidi orali a rilascio controllato incidono solo per un 21,1% sulla spesa relativa ai farmaci oppiacei, contro il 78,9% dei transdermici che, essendo anche mediamente più costosi, gravano di più sui costi a carico del SSN.

E' quanto emerge dalla ricerca condotta dal Centro Studi Mundipharma sul consumo dei principali oppioidi forti a rilascio controllato utilizzati nella terapia del dolore, sulla base dei dati IMS Healthcare relativi al realizzo dell'industria farmaceutica nell'anno 2007 (IMS YTD Dic 2007) e dei dati ISTAT 2006 relativi al numero di abitanti della Penisola. Sardegna, Veneto e Trentino Alto Adige sono le regioni più attente alle Linee Guida (dal momento che risultano quelle con il maggior consumo di formulazioni orali, rispettivamente 36,7%, 35,8% e 34,7% a unità), seguite da Friuli Venezia Giulia (33,4%), Umbria (33,2%) e Lombardia (31,2%), ma sono ancora distanti dalla corretta applicazione delle raccomandazioni ufficiali, secondo cui la via transdermica rappresenta solo una possibile alternativa all'utilizzo di preparati orali nei pazienti con dolore stabile. All'altro estremo della classifica, si collocano Calabria, Puglia, Marche e Liguria, con un consumo di oppioidi transdermici che rappresenta oltre l'82% del mercato.

"Se da un lato l'incremento nei consumi riscontrato nel 2007 è incoraggiante, perché suggerisce un maggior interesse da parte dei clinici verso la terapia del dolore, rimane del tutto marginale l'utilizzo di questi farmaci nell'approccio terapeutico quotidiano", commenta Mariangela Prada, Direttore del Centro Studi Mundipharma. Secondo i dati OsMed relativi al periodo gennaio-settembre 2007, infatti, gli analgesici oppiacei (deboli e forti insieme), rappresentano solo lo 0,57% della spesa complessiva per i farmaci in classe A, che ammonta a 54 milioni di euro. Va detto che il maggior consumo di prodotti trasdermici, come i cerotti a base di fentanyl e buprenorfina, risulta in palese contrasto con tutte le Linee Guida internazionali.

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