martedì 18 marzo 2008

Analizzi un capello e scopri il tumore

È possibile diagnosticare il carcinoma mammario analizzando un capello della paziente. È quanto hanno scoperto gli studiosi del Fermiscan Ltd. di Sidney, guidati da Gary L. Corino e Peter W. French, dopo aver testato la loro tecnica su campioni di capelli provenienti da tredici donne con diagnosi di tumore al seno e venti donne in buona salute. In che modo è possibile distinguere un capello proveniente da una persona malata da uno di una donna sana lo hanno spiegato i ricercatori australiani sull’ultimo numero dell’International Journal of Cancer: bombardando i capello con dei raggi X provenienti da un sincrotrone si verificherà che nel campione proveniente da una donna sana si mostreranno degli archi, se il campione proviene da una donna malata quello che si otterrà sarà un cerchio. Una modalità che può sembrare bizzarra ma che è già stata oggetto di studio e di sperimentazioni una decina di anni fa; nonostante ciò, precedenti studi non avevano dato risultati confortanti – colpa, secondo i ricercatori, di un dispositivo non perfetto - mentre oggi il nuovo strumento riesce a tener fermo il capello esaminato e ad analizzare solo campioni di capelli non tinti e provenienti dalle immediate vicinanze del cuoio capelluto.

Dai risultati emersi dai test, i ricercatori hanno concluso che il dispositivo può generare un gran numero di falsi positivi; pertanto, non andrebbe utilizzato da solo e in sostituzione delle tecniche diagnostiche tradizionali ma in aggiunta alla mammografia. “La tecnica può rappresentare un ottimo alleato per scoprire i falsi positivi emersi dalla mammografia”, spiegano gli scienziati.

Ma perché i raggi X darebbero un risultato diverso a seconda della paziente? È ancora tutto da verificare, chiariscono i ricercatori; probabilmente le cellule tumorali favoriscono la produzione di una qualche proteina che altera il follicolo pilifero e fa sì che crescano capelli con una struttura diversa rispetto a quanto avviene nelle donne in buona salute. Quel che è certo è che l’intensità del cerchio presente nei capelli di una donna malata diminuisce con il tempo man mano che la chemioterapia va avanti: una dimostrazione, azzardano i ricercatori, del fatto che la terapia sta funzionando.

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