Roma - Ogni anno si fanno in Italia 50 milioni di esami radiologici per un importo che si aggira sui 10 miliardi di euro, circa una prestazione per abitante, bambini compresi. E di queste 50 milioni di prestazioni, un 30-35% sono inutili o comunque eccessive rispetto alla diagnosi e alla terapia clinica. E' questo il dato principale che sara' discusso da domani al 27 maggio al 43esimo congresso nazionale della Societa' italiana di radiologia medica (Sirm) per formulare delle proposte alternative. Non solo, da un 'progetto censimento' effettuato dalla Sirm in sei regioni italiane (Marche, Toscana, Sicilia, Provincia autonoma di Trento e Bolzano, Valle d'Aosta) risulta che le richieste di prestazione radiologica ammontano a ben 8 milioni di unita', come hanno detto Roberto Lagalla, presidente della Sirm, e Pasquale Marano, presidente del 43esimo congresso e direttore dell'istituto di radiologia del Policlinico Gemelli di Roma.
"Le conseguenze di questa spropositata richiesta di diagnostica per immagini sono la lievitazione incontrollata della spesa sanitaria, l'allungamento delle liste d'attesa, l'incremento delle prestazioni diagnostiche rese in ambienti sanitari non sempre qualificati e con attrezzature adeguate, il possibile incremento della dose radiante alla popolazione, la saturazione professionale degli specialisti e il prevedibile innalzamento del rischio di errore diagnostico", ha spiegato Lagalla. Che fare? "Innanzitutto la messa a punto di linee guida con i medici prescrittori - ha risposto Lagalla - poi la promozione del principio di 'una giustificazione clinica' delle prestazioni e poi accrescere l'informazione e l'educazione sanitaria sugli effetti indesiderati delle radiazioni ionizzanti". Ma anche fissare un budget per le prestazioni nonche' prevedere sanzioni laddove si riscontri l'inutilita' della prestazione. Insomma, "trovare modi e mezzi - ha aggiunto Lagalla - per evitare inutili e dispendiose prestazioni". Da parte sua Marano ha messo l'accento "sul recupero del rapporto medico-paziente" e sulla "diagnosi clinica".
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